Quando sei alle corde puoi scegliere se continuare a dondolarti su di esse o utilizzarle per darti la spinta che ti permette di attaccare il tuo avversario. Irma Testa ha deciso di attaccare: prima donna pugile italiana a disputare le Olimpiadi nel 2016 a Rio, campionessa mondiale Under 16 e campionessa europea e mondiale nella categoria Juniores.
Irma ha ventidue anni ed è una ragazza semplice di Torre Annunziata, un quartiere per niente facile in provincia di Napoli, dove ha iniziato ad allenarsi per sfogare la sua rabbia adolescenziale.
Non è passato molto tempo prima che Irma si appassionasse a questa disciplina: lo sport “da maschi” non l’ha spaventata e nonostante quelle corde abbiano rappresentato spesso una prigione, a causa di tutti i sacrifici che uno sport a quel livello può significare, quelle stesse corde sono state la sua spinta più grande.
Chi è adesso Irma Testa? È una donna che ha aperto la strada a tante altre, è una donna che ha combattuto – in tutti i sensi – per trovare la propria strada, per cercare la propria fortuna malgrado il contesto sociale da cui proveniva non fosse tra i migliori che una ragazzina di dodici anni potesse sperare.
A nostro modo, oggi combattiamo contro un avversario che ci obbliga a vivere in una casa da cui non possiamo allontanarci, un po’ come fosse il nostro ring personale. Ma il nostro non è un verdetto permanente, tutto questo – speriamo presto – finirà e potremmo finalmente tornare ad uscire.
Ma adesso? La domanda è: adesso cosa vogliamo fare? Continuare a dondolarci rimuginando su ciò che non possiamo fare, o far leva su ciò che abbiamo e accogliere la sfida che arriverà quando tutto ricomincerà?
In questi giorni, in queste settimane, siamo sul ring ma non siamo chiamati a combattere uno contro l’altro perché, purtroppo o per fortuna, per un po’ non ci saranno scontri. Allora usiamo questo spazio e alleniamoci tutti insieme: ognuno ha qualcosa da dare, qualcosa da apprendere e altro da insegnare. Se lo facciamo insieme, tutti potremo trarne beneficio. Nessuno ci chiede di essere eroi ed eroine, ci è solo chiesto di fare quello che sappiamo e di essere quello che siamo: persone competenti che hanno l’obiettivo di tornare in campo appena possibile.
Sono giorni difficili, questi.
Ma essere positivi non vuol dire ignorare la situazione o guardare le cose a metà, significa vedere entrambe le parti e scegliere quella migliore.
L’Italia ha bisogno di noi, di tutti Noi.
Tu cosa scegli di fare?
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